Avrebbe potuto accettare il passaggio che Eddie gli aveva offerto, in uno spicco di generosità più unico che raro. Ma fu proprio grazie all'aver rifiutato quel passaggio che improvvisamente, proprio lì, all'incrocio che la strada principale del paese formava con la stradina laterale che lo avrebbe portato a casa (dopo un cammino medio-lungo), una Mercedes nuova di zecca, nera, scintillante, passò sulla pozzanghera che si interponeva tra lui e la prima striscia pedonale e... sì.
Era talmente furioso che si sarebbe fatto come minimo una doccia, fredda, perchè l'acqua calda non funzionava tanto bene a casa sua, ma era sicuro che se la sarebbe fatta, la doccia. Per strada era sicuro che qualcuno lo avesse salutato, ma forse no, e allora tirò dritto verso il portone di casa, lo aprì e un pò di rimorso lo colse, ripensando a quella entità che probabilmente lo aveva salutato prima e a cui aveva volgarmente negato il saluto: perciò si girò di scatto e, non potendo impedire alle gambe, ancora furiose per la Mercedes, di continuare ad avanzare, sbattè fragorosamente contro le cassette della posta. Una volta ricomposto (se questo è appellativo adeguato per descrivere un ragazzo fradicio da capo a piedi di acqua sia caduta dal cielo di una grande metropoli, sia saltata dalla strada di una grande metropoli) riaprì il portone che aveva poco fa sbattuto con una certa calma, quasi volesse scusarsi col nero legno per il suo gesto di prima, e mise la testa fuori. Il palazzo non aveva balconi, da quel lato, e quindi sentiva l'acqua sporca del tetto cadergli in testa; pioveva sul bagnato, letteralmente. In ogni caso, mise la testa fuori e vide: una signora con un cappotto marroncino che portava a spasso una specie di cane (quanto odiava i pechinesi...), la Mercedes di prima che sfrecciava nella discesa, un signore che fumava in canottiera sul balcone di casa, richiando un accidente, il giornalaio che chiudeva il piccolo chiosco, una ragazza con un maglione a righe nere e marroni, un'altra ragazza, dall'altro lato della strada, con un ombrello celeste che era un cazzotto in un occhio, un ragazzo, questo lo aveva già visto da qualche parte, magro, più di lui, con barba incolta e che camminava in modo un pò strano lungo la stradina, incurante della pioggia che bagnava i suoi capelli ricci. Forse era stato lui a salutarlo, forse non lo aveva salutato, forse lo aveva solo guardato, ma forse non era neanche stato lui, chi avrebbe dovuto salutarlo, non conosceva quasi nessuno.
Rientrò, si chiuse il portone alle spalle con media forza e salì i gradini di casa; andò a farsi la doccia.
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