Interpretazione di un sogno - Capitolo 2

18:26:00 / Pubblicato da Stanley Warren Smith /

Per quanto si sentisse stanco, spossato, nervoso e infreddolito, non spiccava tra la folla nè per aspetti positivi nè per aspetti negativi; considerò il che un bene e tirò dritto.
Per quanto si sforzasse di guardarsi intorno nessuno sembrava accorgersi di lui, niente, tutti assorti a fare quel che dovevano senza degnarlo di uno sguardo, neanche uno cattivo. Davvero era così insignificante la sua presenza nel mondo?
I piedi cominciarono a fargli un pò male a camminare sul porfido con delle scarpe di tela, perchè diavolo se le era messe? Faceva freddo e soltanto un idiota come lui poteva scegliere quel tipo di scarpe; poi, per ripararsi dal freddo eccessivo, aveva messo due paia di calzini: un paio di spugna e uno di lana. Non avrebbe fatto prima a mettersi un paio di scarpe invernali?
Pioveva.
Ecco, in quel momento cominciò a rendersi conto di quanto fosse stata bislacca l'idea di mettersi un paio di scarpe di tela in una giornata d'autunno dal tempo incerto. Aveva voglia di strangolare l'uomo delle previsioni, che tra l'altro l'aveva avvertito la sera prima, dalla sua casa quadrata, che l'indomani il tempo sarebbe stato variabile; era davvero insopportabile quell'omino squallido che gli girava in testa dicendogli "te l'avevo detto... te l'avevo detto...". Aveva voglia di farlo fuori, davvero, con tutte le sue forze; aveva voglia di farlo fuori e prese un cornetto al bar lì vicino, avendosi trovato un paio di spiccioli in tasca. Pensò che poteva risparmiarselo dopotutto, il cornetto, non l'uomo delle previsioni, che a pensarci bene l'aveva avvertito e non era stato poi tanto malvagio come avvertimento, nel senso che lui l'aveva detto davvero che l'indomani avrebbe piovuto forse, quindi avrebbe fatto bene a mettersi un paio di scarpe invernali e a portarsi un ombrello magari, e magari anche a vestirsi più decentemente e magari anche a farsi la barba visto che doveva andare a un colloquio di lavoro. No, non avrebbe fatto per niente una buona impressione.
"Te l'avevo detto... te l'avevo detto".
Camminava veloce sotto la pioggia, e camminava un pò più lento sotto i balconi e i portici per godersi un pò di tempo senz'acqua sulla testa, camminava con le sue scarpe di tela ormai zuppe d'acqua, camminava, e con le sue scarpe di tela ormai zuppe d'acqua schiacciò un insetto sotto al portico davanti alla gelateria...
...dopotutto non era così insignificante la sua presenza nel mondo.